Le immagini sono scioccanti: due anni fa in Sicilia, nel messinese, in questi giorni è stata la Liguria ad essere stata messa in ginocchio dal maltempo. L’ennesimo elenco di morti e dispersi.
Si può morire di pioggia? Si, in Italia nel terzo millennio si muore di pioggia. Le montagne si sgretolano come castelli di sabbia, i fiumi e torrenti esondano con una puntualità “scientifica”. Paesi e Città non esistono più.
Case e villette non esistono più. Il lavoro e i sacrifici di una vita spazzati in pochi minuti. Il terrore scolpito sui volti dei nostri concittadini italiani più sfortunati di noi, anche questo resterà per sempre sui loro volti e nei nostri cuori.
Il disastro idrogeologico. Un mostro tentacolare che periodicamente viene fuori dal nulla e porta morte e distruzione. In Indonesia lo tsunami venne dal mare, in Liguria lo tsunami arriva dal cielo. E si muore di pioggia.
L’allerta meteo a cosa serve? Fiumi e torrenti sono lì, in attesa di essere riempiti di acqua e portare la morte a domicilio. Si, a domicilio. Uomini, donne, anziani e bambini, sono morti in casa, per strada, senza rendersene conto.
Auto, moto, camion, cassonetti, sembrano di cartapesta; viaggiano sulle strade inondate di acqua e fango come tappi di sughero, come bottiglie di plastica. Genova e le Cinque Terre piangono i loro morti. Uccisi dall’acqua. Capito? Dall’acqua.
L’acqua è fonte di vita, è il colmo che nel terzo millennio sia portatrice di morte e distruzione. Pazzesco. I nostri amministratori, i nostri enti locali, Comuni, Province, Regioni, si rimpallano le responsabilità, giocano a ping pong.
Tutti colpevoli, nessuno colpevole. È “confortante” vederli scrollarsi di dosso qualsivoglia minima responsabilità. Ridicoli. Andrebbero puniti. Molto severamente. Chissà se un giorno in Italia i responsabili verranno puniti.
Per le loro colpe. Perché se succede un disastro, ci deve essere un colpevole. Perché i disastri di oggi non sono disgrazie, sono frutto di incuria, cattiva amministrazione, negligenza, affarismo.
Vergogna.