Qualunque cosa si voglia dire in favore di questa europa unita, ed è molto difficile trovarne valide argomentazioni che non risultino funzionali alle motivazioni per cui ci è stata imposta, non può di certo essere negato che l’avvento scriteriato e mal gestito della moneta unica abbia portato un generale impoverimento in tutti i campi e in tutti i paesi dell’unione (o quasi).
Scontri di piazza, cortei di scioperanti e proteste di massa sono ormai all’ordine del giorno in ogni città che si “fregia” (per modo di dire) del simbolo europeo e in ognuna delle martoriate nazioni di questa rancida polpetta monetaria.
Abbiamo assistito a raduni, scioperi e cortei di decine e decine di categorie di lavoratori e di semplici cittadini, abbiamo visto sfilare persino poliziotti, politici, bancari, attori, addetti della pubblica amministrazione, medici, giornalisti, tutta gente che solo pochi anni fa era lontana “mille miglia” da plateali proteste di questo genere.
Ebbene ci mancavano solo i musicisti, ma ieri mattina a Palermo abbiamo visto sfilare anche l’Orchestra Sinfonica Siciliana, sulle ali della protesta dei colleghi greci che solo un mese fa hanno suonato per l’ultima volta, commuovendo il mondo con il sommesso e rassegnato pianto della prima violinista.
L’europa sta implodendo sotto le mazzate di quella mostruosità costruita a tavolino oltre 20 anni fa da gente impreparata che ha scritto regole “impossibili” e assurde che gli attuali politici del vecchio continente, altrettanto impreparati e ottusi, si ostinano a mantenere, acclarando così la complottistica idea di un oscuro disegno volto proprio a distruggere anziché costruire.
Certo è stato un “bel vedere” e un “bel sentire” assistere al corteo-spettacolo di musicisti tanto bravi che hanno allestito una sorta di funerale, portando a spalla la nera custodia di un contrabbasso a guisa di bara e suonando marce funebri alternate a brani jazz.
Uno spreco di capacità e virtù professionale per una plateale protesta resasi necessaria in mancanza dei pagamenti degli stipendi, una pubblica vergogna per qualsiasi categoria di lavoratori, ma ancor più grave per il settore culturale e artistico che in passato era stato tutelato dalle istituzioni. Oggi l’arte e la cultura, per questa europa di carta straccia, sono diventate roba “da poco” o “per pochi”, comunque beni superflui se non di lusso.
Il Governatore della Sicilia, Crocetta, ha promesso alla delegazione dei musicisti, che ha incontrato subito dopo il corteo, di intervenire al più presto sia per chiudere l’attuale commissariamento dell’Orchestra Sinfonica Siciliana che per regolarizzarne, una volta per tutte, le relative competenze …. speriamo bene!
Ma una cosa è certa e deve essere scritta a caratteri cubitali sullo spartito dell’UE: LA CULTURA E’ PIÙ IMPORTANTE DELLA POLITICA ED È PATRIMONIO DI TUTTI, NON UN LUSSO.
I soldi ci sono, sono mal distribuiti all’interno dell’unione, e quando vengono messi a “disposizione” per i vari paesi membri sono vincolati a “paletti” e vincoli eccessivi che ne rendono difficilissima la fruizione. Così ritornano indietro e vengono “incamerati” da chi si sta riempiendo le tasche, trasformando il proprio fondo schiena in un’otre deforme …. sapete di chi sto parlando, vero?
1 commento su “Eurocortei contro l’europorcata”
Antonio D.P.
(23/07/2013 - 10:52)Grande solidarietà per l’orchestra sinfonica, ma anche loro devono imparare a non chiedere più soldi pubblici, questa è la mentalità che ci ha portato al disastro……
Il comune dovrebbe affittargli i teatri e loro dovrebbero vendere e promuovere i loro spettacoli autofinanziandosi.