Tag: , , , , , , , , , , , , , , , ,

E finiamola con le agenzie di rating che giudicano gli Stati!

Visite: 3547

Noi di “Striscia la Protesta” sbraitiamo al riguardo dal “lontano” 2010. E’ sostanzialmente assurdo, legalmente inaudito, tecnicamente scriteriato e soprattutto pericolosissimo per le possibili conseguenze economiche che una agenzia privata possa liberamente “sparare sentenze” sulla credibilità di intere Nazioni.

Eppure l’hanno permesso! Eppure continuiamo ad assistere periodicamente allo “strazio” mediatico che le tre “arpie” (moody’s, standard & poor’s e fitch ratings) impongono agli investitori di tutto il mondo valutando le solvibilità delle maggiori Nazioni del pianeta, senza essere in possesso, per oggettive problematicità connesse, di tutti i dati necessari per questo genere di giudizio finanziario.

E’ come dire che un pidocchio possa esprimere una sua opinione plausibile su quello che fa l’elefante sul quale si trova. Ma la cosa più grave è che quell’urlo rabbioso del pidocchio viene perfettamente recepito e preso in considerazione dalla intera giungla (i mercati internazionali) a scapito dell’elefante.

Così moody’s ha giudicato gli Stati Uniti d’America e standard & poor’s la Repubblica Italiana; ultimamente le cosiddette “tre sorelle(le tre “arpie” diciamo noi) hanno perfino lanciato i loro ridicoli strali contro l’intero raggruppamento europeo.

Non pensate che dopo oltre quattro anni di questi insolenti vaticini finanziari sia il caso di mettere la museruola alle 3 arpie? O quantomeno lasciarle ragliare senza tenerle minimamente in considerazione? (questo dovrebbero farlo però i media, facendole sparire definitivamente dal palcoscenico mondiale).

Ci ha già pensato Obama che le ha denunciate per diffamazione e danneggiamento, così dovrebbero fare anche gli investitori rimasti fregati, nel settembre del 2008, dal fallimento della Lehman Brothers a meno di un mese dal giudizio positivo di tripla A da parte delle principali agenzie di rating, e, alcuni anni prima, dal crack Parmalat, società anch’essa giudicata “sicura” appena pochi giorni prima della bancarotta.

Nel tempo è stato accertato che queste società sono controllate da grossi gruppi quotati in borsa ai quali evidentemente interessano “giudizi” di un certo tipo per poter manipolare, a loro uso e consumo, i mercati internazionali.

Che certezze possono darci quindi le analisi spudoratamente strumentali di queste “cassandre finanziarie del terzo millennio”?  Possiamo mettere la mano sul fuoco della loro obiettività?.

Il chiaro danneggiamento di immagine, subito specialmente dagli Stati coinvolti forzatamente dai loro affrettati, superficiali e spesso anche interessati giudizi, si trasforma di conseguenza in rilevanti danni finanziari (vedere anche i casi di declassamento del rating di Grecia, Irlanda e Portogallo) e pertanto, anche se a distanza di tempo, anche l’Italia si è svegliata dal suo torpore e ipotizza possibili azioni di rivalsa contro le “tre sorelle”.

Sulla stampa nazionale si è letto nel 2012: “Nell’ambito della crisi economica del 2008-2012, è stata aperta un’inchiesta da parte del pm della Procura della Repubblica di Trani Michele Ruggiero per valutare l’affidabilità e l’oggettività delle valutazioni da parte delle agenzie di rating sotto l’ipotesi di reato di aggiotaggio, turbativa e manipolazione di mercato e abuso di informazioni privilegiate.”

Ed è di questi ultimi giorni la notizia che la Corte dei Conti sta valutando la stessa opportunità contro standard & poor’s, ma anche contro moody’s e fitch, per aver destabilizzato l’immagine, il prestigio e l’affidamento dell’Italia dando “credito” ad alcuni loro analisti incompetenti che, con una serie di artifici e senza tenere conto del grande Patrimonio Culturale della nostra Nazione, hanno cagionato alla Repubblica Italiana danni economici di rilevantissima gravità.

Voci di corridoio hanno quantificato in 234 miliardi di euro la richiesta di tale rimborso danni, ma la Corte dei Conti è “corsa” a smentire tale quantificazione, ipotizzando anche l’archiviazione della relativa indagine… ma deve stare attenta a non portare avanti questa seconda evenienza per non danneggiare ulteriormente la dignità del popolo italiano.

Per concludere dobbiamo ricordare ai nostri lettori, prendendo lo spunto dalla simpatica vignetta di Altan (visibile all’inizio dell’articolo) che viene abbondantemente condivisa su Facebook, che per rassicurare gli investitori internazionali sulle nostre capacità economiche, messe in dubbio dalle scriteriate analisi delle tre “arpie”, siamo stati costretti in questi ultimi anni a sacrifici pazzeschi, a tagli sui servizi statali, e a fregature istituzionali che saremmo felici di poter ricambiare, magari rimandando “al mittente” il “trattamento” suggerito da Altan nella sua vignetta.

Autore dell'articolo: admin

Lascia un commento