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Bce: liquidità o percolato?

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Come saprete tutti, grazie ai strombazzamenti dei mass media, la bce ha comunicato l’immissione rateizzata di 1.000 miliardi di euro nella comunità sotto forma di acquisto di obbligazioni garantite e titoli cartolarizzati. 
Due sono le conseguenti populistiche osservazioni, una è buona l’altra cattiva…..cominciamo dalla buona: una grande liquidità dovrebbe permettere la ripartenza del credito ai privati e dell’economia di base, ma quel condizionale di prima è necessario.

Andiamo però alla possibile conseguenza cattiva: grazie alla insensata privatizzazione delle banche (“geniale” idea degli anni ’90 di ciampi e di quel giulianino amato, che oggi vorremmo pure eleggere presidente della repubblica), il flusso di denaro verrà governato e gestito dalle banche centrali e, a cascata, dalle banche ordinarie…. ma tutte le banche in Italia sono privatizzate, compresa la banca d’italia, quindi lo stato avrà le solite difficoltà a venire in possesso del denaro (dovendolo chiedere a tasso elevato alla lobby privata dei banchieri) e quindi continuerà a rastrellare il corrispettivo sotto forma di aumento indiscriminato delle tasse ai cittadini per riforrnirsi del denaro necessario a ripagare gli interessi all’ue.

La “liquidità” verrà filtrata dalla banche e a noi cittadini arriverà una specie di scarto finanziario, una metafora di quanto avviene nelle discariche quando l’infiltrazione dell’acqua nella massa dei rifiuti (i debiti pubblici degli stati dell’unione) genera quella sorta di prodotto refluo denominato “percolato“.

Così il famoso “debito pubblico“, divenuto ormai arma economica e ricattatoria del fmi, della bce e della commissione europea (la cosiddetta troika) puntata contro le teste degli italiani, non potrà che aumentare sempre più.

Vedrete che, pur ripartendo l’economia, aumentando il pil e diminuendo la disoccupazione, (e comunque tutto questo resta solo una agognata ipotesi) fra qualche mese si alzerà dalla sua poltrona istituzionale qualche idiota che farà notare come il debito pubblico italiano sarà già arrivato magari a 2.500 miliardi di euro e lì…. giù con le sanzioni, le critiche, le diminuzioni del rating e nuovo crollo dell’economia.
Da questo giro vizioso non possiamo uscire senza una NOSTRA VALUTA.

Autore dell'articolo: Sergio Figuccia

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