Nell’antica filosofia cinese lo Yin e lo Yang sono due elementi in continua opposizione in termini comparativi, pur avendo origine reciproca ed essere dipendenti l’uno dall’altro.
Ognuno non può esistere senza l’altro avendo la propria radice (seme) nel suo opposto.
Questo concetto è alla base della vita stessa e sembra essere diventato il simbolo più giusto per la nostra epoca (il terzo millennio), tanto ricca di contraddizioni e antinomie.
Yin e Yang sono il bianco e il nero, il bene e il male, la luce e l’ombra, l’infinito e l’infinitesimale, il silenzio e il rumore, il caos e la quiete, la realtà e la finzione, il serio e il faceto, il potere e il populismo, la materia e l’antimateria.
Ogni Yin ha il suo Yang e viceversa. Di esempi ne potrei fare a migliaia, qualsiasi ambiente tematico si prenda in considerazione.
Proprio oggi ho letto una notizia su Repubblica.it che ha ulteriormente convalidato la mia tesi in tal senso, in un settore apparentemente “frivolo” della comunicazione di massa: l’intrattenimento.
Infatti è stata lanciata su Instagram, nell’universo informatico dei social network, una “nanoserie” thriller della durata totale di soli 7 minuti, ma suddivisi in 28 episodi di appena 15 secondi ciascuno.
Dopo le macroserie che vedevano i nostri nonni sulla televisione, che duravano decine di anni (solari, fortunatamente non anni-luce), alle microserie di pochi istanti destinate ai cellulari dei pronipoti.
Quindi dall’infinito (o quasi) all’infinitesimo, da Dallas (ma anche Dynasty, I Robinson, Fonzie, E.R., Lost, ecc.) a Shield 5, l’ultima trovata pressoché istantanea pubblicata su un social network.
D’altra parte, in un’era nella quale per scrivere “comunque” si digita cmq e il “per” viene sbolognato con una X, non poteva di certo mancare una storia intera raccontata in episodi da 15 secondi l’uno.
Ma non vi sembra che la nostra società stia correndo verso una epocale “implosione” Yin, che trova il suo opposto Yang nella primordiale “esplosione” del “Big Bang”?
Ammettiamolo con sincerità: la necessità di inventare sempre cose nuove per interessare, coinvolgere, vendere, crescere, farsi notare in una platea globale sempre più grande e “superficiale”, ci sta portando inevitabilmente verso l’annichilimento totale, direttamente in braccio alla banalizzazione universale.
Dopo il tutto e il contrario di tutto c’è il NULLA, la totale assenza di qualsiasi contenuto.
Stiamo camminando, anzi come ho detto prima: stiamo correndo, irreversibilmente lungo una pericolosa china che potrebbe portarci all’azzeramento spirituale; dopo la materia e l’anti-materia, ecco che la nostra anima andrà incontro all’anti-anima.
Salviamo almeno il tempo, godiamocelo istante dopo istante sempre precorrerne la fine, è il tempo che da valore alle cose, alla nostra intera vita, e mettiamoci bene in testa che se la vita e il tempo sono il nostro Yin, il relativo Yang non può che essere la morte.