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Il video di Marco Montemagno che vi proponiamo risale a un anno fa, ma è attualissimo in quanto nulla è cambiato nella crescente disuguaglianza fra quel migliaio e mezzo di ricchissimi miliardari e i miliardi di poveri che esistono nel mondo.
In comune hanno solo la parola “miliardo“, che per i primi riguarda la quantità di denaro posseduta, per i secondi (ed ultimi) indica la mole numerica di esseri viventi.
Per mantenersi nell’attuale ruolo, quei “poveri” ricchi sono “costretti” a intrigare di continuo, facendosi aiutare in quest’attività da un sistema di potere globale politico-economico ritagliato appositamente per loro, impedendo così alle masse popolari di migliorare in qualche modo l’originaria posizione sociale mantenendole nella sostanziale povertà economica e culturale.
La forbice fra ricchi e poveri della Terra cresce sempre più proprio in funzione di quella crescita economica tanto voluta dalle istituzioni che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi tempi (fondo monetario internazionale, bce, comunità europea, agenzie di rating ecc. ecc.).
Quindi la crescita economica non è pretesa e imposta ai vari governi per migliorare le condizioni delle classi più basse della popolazione, tutt’altro, serve proprio a far arricchire ulteriormente chi è già ricco; è un bieco tranello nel quale siamo caduti tutti e solo pochi sono riusciti a capirlo, o quantomeno ad accettare di averlo capito (tanta gente infatti si rifiuta di credere in questa triste realtà).
D’altra parte da sempre il potere ha voluto mantenere in povertà il sud del mondo servendosene a proprio uso e consumo.
Tutto ciò spiega certi risvolti delle migrazioni economiche, il continuo abbattimento del costo di lavoro, il calo degli stipendi, i ricatti e le minacce ai governi populisti, i politici di sinistra che agiscono in funzione degli interessi dei petrolieri, delle banche e dei grandi gruppi societari ecc. ecc. ecc.
Non aggiungiamo alla rassegnazione per quello che stiamo subendo anche il cocciuto rifiuto di credere a questa chiave di lettura dei fatti.