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La demenza digitale si diffonde sempre più.
Vi proponiamo un’interessante riflessione del noto psichiatra Daniele La Barbera, sulla fine delle capacità intellettive cui sta andando incontro l’homo sapiens in seguito alla massiccia esposizione alla tecnologia digitale.
I telefoni cellulari, le applicazioni che esasperano la comunicazione interpersonale, i social che esaltano la visibilità in rete dei megalomani, il motore di ricerca Google che trasforma gli ignoranti nei più grandi sapienti del globo terracqueo costituendo una sub-cultura fittizia e artificiale, sono questi gli “strumenti” che stanno facendo regredire pesantemente il livello intellettivo dell’umanità sempre più incapace di pensare, riflettere e attenzionare la realtà che la circonda.
In poche parole l’evoluzione darwiniana sembra aver ingranato la retromarcia spingendo l’uomo all’indietro nel tempo fino a sfiorare gli inizi della propria storia quando era ancora soltanto una SCIMMIA.
“Scene di ordinaria demenza digitale.
Davanti ad uno degli scorci più suggestivi di Erice, da cui si apprezza il panorama magnifico che dal litorale di Bonagia arriva sino alla Baia di Cornino e a Monte Cofano, una ventina di turisti si muove nervosamente in piccoli spazi mentre la guida narra delle sacerdotesse del castello di Venere e dei riti propiziatori dei naviganti che si accingevano a partire. Mi avvicino e ascolto. Il racconto e’ interessante e sebbene conosca la storia delle prostitute sacre non riesco a resistere allo stile affabulatorio della giovane guida che arricchisce di particolari e curiosità la narrazione. Ma oltre al sottoscritto, un po’ defilato come tutti i clandestini, soltanto altre due persone ascoltano il racconto mentre tutto il resto della ciurma scatta distrattamente foto e zampetta variamente sul cellulare, c’è chi chatta, c’è chi controlla i social, barattando la socialita’ reale con scampoli di quella virtuale. Provo un po’ di imbarazzo per la guida che, evidentemente, è abituata allo scarso interesse dei suoi clienti e procede in scioltezza come se avesse davanti un’audience appassionata. Nel frattempo a me parte un film su come il cervello rettile allarghi sempre più il dominio sull’esperienza, rendendoci incapaci di ascoltare parole, elaborare concetti, concentrarci qualche minuto su qualcosa che non sia istantaneo, rapido, impressivo. Il primato delle immagini sui pensieri, della sensorialita’ sulla sfera cognitiva, dell’ impulsività sulla riflessività. E mentre la magia del racconto mi pervade, la dolcezza ineffabile dei luoghi rende meno amari i miei pensieri.“
Daniele La Barbera