Com’è vero che “chi si loda s’imbroda“, celebre aforisma partorito in italiano dal motto latino “laus in proprio ore sordescit” (la lode nella propria bocca sporca), è pur vero che il “lodarsi addosso“, in mancanza di reali motivazioni o capacità, è molto spesso il risultato del reiterato “parlar male” di tutti coloro che vengono visti stupidamente dal “laudatore seriale” come pericolosi avversari della propria “immagine” in ambito sociale.
In realtà i miseri tentativi di screditare gli altri per auto-esaltare la propria persona finiscono inevitabilmente per tornare a boomerang sulla testa del megalomane che li produce; il millantatore infatti non riesce a comprendere che coloro che ascoltano le sue tesi o sono suoi omologhi, e avranno dunque tutto “l’interesse” di screditare lui in primis, o sono di livello intellettivo superiore e pertanto ampiamente in grado di stigmatizzare al massimo le disdicevoli asserzioni del povero meschino.
D’altra parte è stato scientificamente provato che chi denigra costantemente il prossimo, ritenendo di gratificare così il proprio ego, mostra di avere un quoziente intellettivo (QI) molto basso. Insomma: chi si loda s’imbroda e se denigra gli altri è pure mezzo scemo.