Qualcuno sui social ha messo a paragone i curricula di Carlo Cottarelli e di Laura Castelli che nei giorni scorsi ha ricevuto le deleghe alla spending review al posto del ben più “quotato” collega.
Siamo abituati a giudicare certi personaggi in base ai curricula ufficiali. Ma leggendoli non vi sorge qualche dubbio?
Partiamo dal fatto incontrovertibile che un curriculum scadente non giustifica certo l’assegnazione di importanti incarichi di governo o di sotto-governo e che, in queste circostanze, aleggia sempre “odore di bruciato” nell’aria. Ma in Italia siamo ormai abituati a tutto, fin dai tempi di cicciolina al Parlamento a finire con l’osceno fenomeno berlusconiano delle nomine dirette a importanti incarichi politici di ballerine, “allegre” igieniste dentali, showgirl e fedelissimi al leader anche se un po’ deficienti. Sembra il destino di noi italiani: dopo aver conosciuto un’epoca di grandissimi politici siamo ormai destinati a farci amministrare solo da filibustieri, massoni, carrieristi disposti a tutto, mezzi-idioti, traffichini, falsi capipopolo ecc. ecc.
Ma non convincono neanche i grandi “GENI” con prestigiosi curricula. Quando gli “incarichi” sono tanti (troppi, vedi l’ex presidente dell‘Inps Mastrapasqua – ben 25 in contemporanea) e in settori totalmente diversi, c’è forse qualche “gatta” che ci cova sotto. I casi sono due: o si tratta di grandissimi geni che entreranno nella storia come Leonardo, Einstein, Galilei ecc. – roba da Q.I. superiore a 200 (e in quest’epoca dominata dalla demenzialità mi sembra molto difficile che l’umanità sia capace di produrre “mostri” di questo genere) o parliamo di gente più che mediocre strettamente collegata al sistema di potere occulto (massoneria in primis) disposta ad accettare qualsiasi ruolo pur di favorirne gli interessi. Questi personaggi, una volta insediati, si fanno manipolare a piacimento, sono vere e proprie teste di legno piazzate “lì” da chi controlla la “stanza dei bottoni” a proprio uso e consumo.
Noi del Popolo però tendiamo a collegare direttamente quegli “incarichi” alle grandi capacità di chi li riceve evidenziate nei loro curricula, ma solo raramente è così.
Con questo non voglio dire ovviamente che tutti coloro che comandano siano degli incapaci, ma qualche dubbio su alcuni di loro e su quell’ “immensa” erudizione manifestata in quel riassunto delle loro esperienze professionali sinceramente mi sorge dal profondo dell’animo. Anche perché sono proprio quegli strani incarichi, che cadono a pioggia su certe teste, a condire ampiamente gli stessi curricula che poi serviranno a giustificare le assegnazioni successive. E’ come il cane che si morde la coda: non avrai incarichi se non hai avuto prima incarichi; e quindi più incarichi avrai più altri incarichi ti daremo. Gli effettivi meriti giocano dunque un ruolo secondario in questa danza di sistema in cui i nomi “in ballo” sono sempre gli stessi. Un jolly in più da giocare sono poi le liquidazioni stratosferiche (plurimilionarie e concesse generosamente anche solo dopo qualche anno di servizio) che possono anche servire all’acquisizione della maggioranza azionaria di altre società da poter in seguito comandare liberamente (i c.d.a. nominano con grande facilità i detentori della maggioranza di azioni della loro società).
Per chiarire meglio il concetto riporto qui di seguito il curriculum di un certo Alessandro Profumo: si laurea nell’87 ma già nel ’91 è direttore centrale del Gruppo RAS, nel ’94 è condirettore centrale del Credito Italiano e soli tre anni dopo (’97) ne è amministratore delegato, nel ’98 diventa a.d. di Unicredit, nel 2011 entra nel consiglio di amministrazione dell’ENI, nel 2012 è nominato presidente del Monte Paschi Siena, nel 2017 diventa presidente di Equita SIM, nello stesso 2017, su specifica proposta del Tesoro, Alessandro Profumo è nominato ceo di Leonardo (ex Finmeccanica). E questi sono solo alcuni dei principali ruoli rivestiti da questo genio dell’economia italiana. La domanda è: ma considerato che questo signore in 30 anni ha incassato tfr superiori a 100 milioni di euro e ricoperto incarichi di comando in campo bancario, assicurativo, aerospaziale, energetico, consulenza finanziaria ecc., siamo proprio sicuri che le sue competenze siano risultate sempre superiori a quelle di tantissimi altri manager, rimasti invece al palo, specializzati nei relativi settori?
Pur trattandosi dunque di “profumo” è inevitabile ritenere che però c’è un po’ “puzza di bruciato”.