Oggi, festa dei lavoratori italiani, viene voglia di urlare, di gridare ai quattro venti il nostro sdegno.
Qualcuno, ed è facile immaginare chi, additerà questo accostamento a Gesù Cristo come blasfemo, dimenticando forse che Dio mandò suo figlio sulla terra proprio per comprendere da vicino le questioni umane e che Gesù, calato in quel mondo tanto lontano dal suo, finì col doversi sacrificare per il riscatto di tutti noi.
Non è blasfemia, è ricorso storico, tutt’al più può essere considerata una triste metafora.
Oggi, dopo duemila anni, la classe aristocratica sadducea che portò al sacrificio di Cristo è stata sostituita col governo “tecnico”, la corona di spine è stata surrogata dal cerchio di stelle simbolo dell’EU, il riscatto è l’abbattimento del famoso debito pubblico entro il 2013.
In questo scenario neo-cristiano che il Governo Monti reciti il ruolo di Pilato, appare scontato: si è lavato le mani del martirio dei lavoratori italiani e, malgrado sia apparso riluttante (vedi lacrime della Fornero), c’è andato giù duro con pensioni, articolo 18, tasse sulla prima casa ecc. ecc.
Oggi il povero lavoratore italiano, che festeggiare appare un irridente dileggio, si trascina sulla Via Euro-Crucis con in testa una corona di pungenti stelle europee, delle quali avrebbe fatto volentieri a meno, sotto il peso di una croce di aggravi fiscali ed economici, di rischi di perdita del posto di lavoro o di impossibilità di trovarlo se già disoccupato, e di una immensa incertezza per il futuro suo e della sua famiglia.
Però oggi lo festeggiamo! E lo onoriamo proprio mentre il povero lavoratore viene portato al sacrificio. Gesù almeno è stato festeggiato dopo la sua resurrezione, il lavoratore invece viene celebrato durante il suo percorso di sofferenza, quindi è sbeffeggiato, non festeggiato, e chissà se riuscirà a resuscitare dopo il calvario!
In tutto questo lascio a voi l’incarico di trovare il possibile interprete della figura di Giuda, io una idea al riguardo me la sono fatta: nel “Vangelo secondo Figuccia” il Giuda che ha permesso questo scempio dell’italiano medio, salvaguardando la ricca classe capitalistica e l’arrogante ed iniqua categoria di potenti politici (casta) nonostante sia stato un membro del Partito Comunista Italiano, è colui che ha favorito l’avvento del neo-Ponzio Pilato, tradendo così la fiducia, il rispetto e la stima che ogni italiano aveva riposto in lui.
Ogni storia, da sempre e per sempre, ha i suoi martiri e i suoi carnefici, è solo questione di trovare gli interpreti giusti.