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Leggiamo su “FQ magazine” (cliccate qui per leggere l’articolo on line) che Zuckerberg ha scoperto poco tempo fa che “i suoi ingegneri avevano modificato l’algoritmo per limitare la diffusione di certi contenuti poco graditi“.
Ecco dunque come facebook riesce a limitare la diffusione di post che la piattaforma “ritiene” (a suo “limitato” giudizio critico) non idonei ai canoni previsti dalla “censura” di stato e soprattutto ritenuti molesti dall’establishment globale.
Anche certe pagine facebook, come la nostra, sono evidentemente sottoposte a limitazioni, proprio come accade a chi vuole far aprire gli occhi alla gente obnubilata dall’informazione pubblica a sua volta manipolata a dovere per controllare l’opinione pubblica, proprio come accade molto spesso anche ad Alessandro Di Battista, impegnato da tempo a fornire le corrette interpretazioni dei fatti in Ucraina, in Palestina e a denunciare gli infami atteggiamenti al riguardo di gran parte dei governi occidentali.
Dunque inutile invocare la “LIBERTÀ DI PENSIERO” e la “LIBERTÀ DI STAMPA“, il sistema di potere (l’establishment) ovunque fa quel che vuole, proprio come fa una qualsivoglia dittatura, ma nel caso delle finte democrazie occidentali la cosa appare ben più grave perché avviene in modalità occulta, sotterranea, ammantata di falso buonismo e soprattutto con atteggiamento ricattatorio nei confronti di coloro che detengono i canali dell’informazione e della diffusione dell’opinionismo sociale.
Ma Striscialaprotesta, e anche Di Battista, hanno propri blog o canali on line dove si possono trovare tutti gli articoli assurdamente censurati dalle piattaforme social.
In particolare Striscialaprotesta non conta assolutamente sui like o sui commenti, spesso perfino non consentiti dagli amministratori della stessa pagina social . Chi vuole leggere cosa viene pubblicato da noi su facebook, e non trova i post massacrati dalla piattaforma, sa come farlo (https://www.striscialaprotesta.it) , senza l’ausilio degli algoritmi di zuckerberg, anche senza mettere like o commenti di sorta. Ci interessa molto poco la “diffusione” social, sappiamo benissimo che le “performance” degli animali domestici, degli “artisti” ballerini o cantanti, e dei demenziali sketch di improvvisati “comici” on line “contano” molto di più delle denunce sociali (magari anche ironiche) postate nella nostra pagina.
La qualità dei contenuti non è certo la prerogativa delle odierne piattaforme social.