L’avevamo detto e pronosticato già il 3 novembre 2012 con l’articolo “Le ultime elezioni sono la vendetta dei Siciliani”.
Quel giorno avevamo commentato la storica vittoria del Movimento 5 Stelle nelle votazioni siciliane e avevamo previsto che la ribellione, chiamata stupidamente “populismo” dai soliti politicanti beceri e autocrati, sia di terra italica sia del fraudolento e favolistico mondo di europilandia, si potesse estendere all’intera nazione al momento delle elezioni 2013.
Così è avvenuto inevitabilmente, a meno dei soliti “aficionados” che restano sempre attaccati alle rugginose locomotive a carbone per succhiare il sangue ai macchinisti (in termini di favori personali e benefici della casta).
Inevitabilmente perché:
- Le alternative alla protesta cavalcata dall’M5S erano sempre le solite e la gente da tempo manifestava la forte volontà di cambiare e rompere con la vecchia politica. Questo segnale non è stato preso nella giusta considerazione da chi era convinto di poter ancora spopolare senza alcun ostacolo, imponendosi sempre con le stesse argomentazioni, ormai valutate correttamente dagli elettori alla stregua di ripetitive e sciocche litanie.
- Il fallimentare governo-Monti, che in un anno è riuscito a fare i danni che i governi precedenti avevano spalmato in un ventennio, è stato “tenuto in caldo” invece di essere gettato definitivamente in un qualsiasi cassonetto. Monti doveva essere lasciato solo, chi lo ha abbracciato (Casini e Fini in modo diretto e Bersani, che strizzandogli l’occhio prima delle elezioni ha perso qualche milione di voti) è rimasto fulminato come il pescatore pazzo che afferra una torpedine-elettrica con le mani (tanto per proporre una delle metafore tanto care a Bersani).
- Monti avrebbe dovuto tornare a fare il “professore”, anche se purtroppo continuando a beneficiare della nomina a “senatore a vita” che inopinatamente gli ha fornito il signor Napolitano. Invece, con la protervia che lo caratterizza, l’esaltazione che ha provato nel vedersi riverito dagli ipocriti leader EU e le probabili pressioni dei gruppi di potere che lo hanno sempre manovrato, ha deciso di “salire” in politica, facendo così la figura del coyote dei cartoons che potete vedere nella vignetta dell’articolo precedente di questo stesso blog. (comunque ripetuta qui sotto).
- La nuova e fortunata esperienza (almeno sino a oggi) del governo “Crocetta”, dopo le elezioni siciliane di fine 2012, ha dimostrato la coerenza e il forte impatto innovativo nella gestione del potere apportato dai cosiddetti “grillini”. Era quindi quantomeno prevedibile l’exploit a livello nazionale del M5S, sostenuto dall’intero popolo italiano che aveva già notato l’ottimo avvio del nuovo parlamento siciliano.
Insomma la ” X ” apposta sul logo a cinque stelle suona, proprio in quanto “populistica”, come la vendetta del popolo sovrano contro la straripante corruzione della seconda repubblica, la insulsa politica di rigore e austerità che ha fatto volare la recessione, e l’oppressione di un potere anti-democratico, se non filo-dittatoriale, che ha reso quasi insignificante il volere del popolo sovrano (indicato proprio nella Costituzione Italiana) all’interno dell’amministrazione della Repubblica.