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Ci stanno avvelenando

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Vi consigliamo un buon film sull’argomento: come ci stanno avvelenando. Si intitola “Something Good“.
La pellicola, uscita nel 2013 e liberamente tratta da un bel romanzo di Francesco Abate e Massimo Carlotto: “Mi fido di te “, porta la firma di Luca Barbareschi ed è stata girata in lingua inglese e cinese.
E’ un thriller ben strutturato e ambientato nei paradisi orientali delle multinazionali.
Il tema è proprio quello dell’adulterazione dei cibi che, purtroppo, vede fra i protagonisti principali soprattutto i grandi marchi della produzione e distribuzione alimentare mondiale.
Succhi di frutta trattati con i pesticidi, latte in polvere per bambini tagliato col gesso o con la calce (come avviene spesso per le droghe), uova marce reimmesse nel mercato dopo la manipolazione con tossici coloranti industriali, persino prodotti agro-alimentari raccolti in prossimità del sito di Fukushima, altamente radioattivi ma spacciati per biologici e incontaminati.

Ovviamente morti a centinaia di migliaia dappertutto sul pianeta e milioni di intossicati, per non contare le persone che sviluppano allergie, intolleranze o malattie mai viste nel passato.
C’è di tutto in quest’orrore che farebbe “impallidire” (sbiancandole) perfino le nostrane mozzarelle blu di qualche anno fa.

Ma è un film… già visto!
Il problema è veramente serio nella realtà quotidiana perché i traffici sono giganteschi proprio come i relativi guadagni, e le società che operano sono tanto grandi e numerose che diventa sempre più difficile controllarle.
L’apocalisse alimentare sta partendo da questi gruppi di avvelenamento globale: le multinazionali stanno uccidendo l’umanità.

Un utente su Facebook ha postato questo commento: “ma che possiamo fare? Tutto sommato meglio non sapere”. Sinceramente non siamo d’accordo, sapere è fondamentale: il potere cresce sull’ignoranza. La nostra difesa è proprio la conoscenza, le denunce come le nostre o quelle ancora più circostanziate e documentate di importanti programmi televisivi e di stampa d’assalto (Report, la Gabbia, Le Iene, Striscia la Notizia ecc.) servono a isolare distributori e produttori delinquenti (spesso sono soprattutto i grandi marchi) che sacrificano al “dio profitto” la salute dei consumatori. Dobbiamo imparare a reagire e rispondere nel modo giusto a queste truffe indegne di una società che si definisce civile. Il motto “occhio non vede cuore non duole”, in questo caso, è un concetto deleterio, serve solo a “farci ammazzare”.

Autore dell'articolo: admin

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