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Il salotto di Palermo in mano ad abusivi e questuanti

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Il Centro di Palermo, quella zona chiamata notoriamente “salotto della città“, non attraversa certo un periodo di grande “splendore”.

Profittando di un articolo pubblicato su “LiveSicilia.it” (che potete leggere cliccando qui), vorrei cogliere l’occasione per esternare una mia riflessione che i palermitani di 50/60 anni come me dovrebbero in massima parte condividere.

Tanti anni fa, in quell’incrocio fra le vie Mariano Stabile e Ruggero Settimo, c’era addirittura una Galleria d’Arte sotterranea, nella quale hanno esposto anche i grandi autori storici locali e nazionali, di proprietà del Banco di Sicilia. Oggi è seppellita da una saracinesca di ferro che funge da “pietra tombale” per questa ennesima vittima della globalizzazione degli anni 2000 che ha portato all’assegnazione del maggiore istituto di credito siciliano, prima alla “corte” del “geronziano” Banco di Roma, e poi al “lombardo” Unicredit passando, a seguito di alterne vicende, dalla fagocitata Capitalia al Mediocredito Centrale.

Tanti anni fa, quella fetta di Palermo che partiva dalla Piazza Castelnuovo (Teatro Politeama) e finiva in Via Maqueda (Teatro Massimo), comprendendo le Vie Principe di Belmonte , Mariano Stabile e Ruggero Settimo, era considerata il cuore pulsante della città, la parte più elegante di una Palermo che, una volta diventata una piccola metropoli, ha iniziato ad assumere tutte le degradanti caratteristiche delle megalopoli urbane del terzo millennio.

Sporcizia dappertutto, cantieri aperti senza soluzioni di continuità, guano di piccioni spalmato equamente sotto i porticati marmorei e ai piedi dei relativi pilastri, venditori ambulanti di origini asiatiche che ripropongono su squinternate bancarelle, a prezzi “stracciati” e qualità infime, gli stessi prodotti venduti negli storici negozi attigui, che però pagano tasse a “tempesta” per poter lavorare; e poi: clochard perennemente distesi a terra che spesso sembrano anche morti, pseudo-rom che questuano con sfacciata insolenza dinanzi gli ingressi degli uffici della zona disturbando i passanti (anche turisti), improntati “allevatori di cani” che cercano di vendere cuccioli meticci che però, nel frattempo, scappano da tutti i lati e vengono “recuperati” e riacciuffati a colpi di urla disumane e sgraziate dei loro aguzzini …. insomma c’è di tutto, un vero e proprio circo dell’horror.

E i vigili urbani che fanno?  Stanno acquattati dietro gli alberi, i pali della luce, i cespugli, per “colpire con tolleranza zero” nelle strade più libere chi va a 35 km orari nei pressi di quei “famosi” cartelli con il limite di 30, o chi posteggia la propria autovettura nelle “zone rimozione“, spalmate appositamente sul 90% delle strade cittadine senza alcun apparente motivo (che non sia la speculazione), o chi non è in perfetta regola con i gas di scarico.
Ovviamente i vigili si guardano bene dal perseguire i questuanti aggressivi, gli abusivi asiatici o i clochard che sembrano morti …..  NON SONO REMUNERATIVI PER LE CASSE DEL COMUNE E GLI ORDINI IMPOSTI AGLI AGENTI IN SERVIZIO NON VANNO CERTO IN QUELLA DIREZIONE  …. di servizi per la cittadinanza (il vero motivo per il quale è stato istituito questo corpo) non se ne parla neanche.

Una strigliatina da parte del Signor Sindaco Leoluca Orlando sarebbe a questo punto più che opportuna, i vigili urbani devono controllare il territorio, non elevare solamente sanzioni pecuniarie di dubbia valenza agli automobilisti; non è il “fare cassa” che rende maggiormente vivibile una città piena di problematiche molto più gravi del posteggio in doppia fila o del superamento del limite di 30 km orari!

Autore dell'articolo: Sergio Figuccia

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