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Lavoro? Ma.ca pa capa. Negli Ospedali di Roma si licenzia solo

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igieneospedaliCi ha scritto Dany da Roma per segnalarci una problematica, ormai tristemente comune in questa nostra Nazione in preda a schizofrenia politica e amministrativa.

Dany ci ha manifestato il suo profondo sconforto perché è a rischio “licenziamento”.

Lavora attualmente per la ditta che ha vinto l’appalto per le pulizie nei più grandi Ospedali della Provincia di Roma, la “Ma.Casrl.

La nostra lettrice in particolare presta servizio al Grassi di Ostia, ma a rischio vi sono anche i suoi colleghi del settore sia al Sant’Eugenio che al CTO e al Pertini; in questi tre ultimi Ospedali sono già partiti i primi licenziamenti.

La storia parte alcuni mesi fa con gli stipendi pagati a intermittenza, i ritardi poi si fanno sempre più forti e le proteste, non più “striscianti” iniziano a decollare.

Probabilmente i tagli alla Sanità, fortemente voluti dal governo renzi, cominciano a dare i loro amari frutti anche nell’indotto e le società private, che forniscono servizi nelle strutture pubbliche, ne stanno subendo le peggiori ripercussioni con forti ritardi e mancati pagamenti per le prestazioni fornite.

Lo stato italiano è diventato il peggior cliente per chiunque, e la cosa più brutta è che proprio lo stato, nella sua primaria istituzione che è il governo, ha incentivato i licenziamenti con le “oscure” e più recenti riforme, che hanno abolito fra l’altro anche l’articolo 18, col job-act e con una serie di provvedimenti che snelliscono le pratiche amministrative legate ai fallimenti delle aziende e alle dimissioni dei lavoratori, persino pubblicizzati in tv quasi fossero soluzioni taumaturgiche per la disoccupazione imperante nel Paese e non l’ennesima infame batosta per gli italiani che vorrebbero poter guadagnare onestamente la loro pagnotta quotidiana.

Ma torniamo a Dany. La srl Ma.Ca, continua a manifestare difficoltà economiche, gravate tra l’altro dall’ASL Roma2 che pretende dalla società in appalto la restituzione di somme assegnate nel recente passato ma poi ritenute eccessive rispetto al dovuto.

I  lavoratori, non potendo ulteriormente prestare servizio gratuitamente, perché col “volontariato” non si mangia, hanno portato la loro indignazione di fronte al Prefetto e alla Regione Lazio, e la situazione è precipitata anche a livello sanitario all’interno degli Ospedali coinvolti nella vicenda, dove l’igiene fra le corsie comincia a scarseggiare sempre più pericolosamente.

Sembra che siano già partite anche le lettere di licenziamento collettivo per i lavoratori considerati in esubero; i tre Ospedali romani perderanno quindi un terzo della necessaria forza lavoro per i servizi di pulizia, più che chiamarli “esuberi” dunque, facendoli apparire operatori inutili ed eccessivi per il servizio da svolgere, si dovrebbero denominare “vittime sacrificali”.

Ma non finisce qua: Le somme che la ASL pretende in restituzione dalla Ma.Ca., a detta dei responsabili di quest’ultima, dovranno essere pure risarcite di tasca dagli stessi lavoratori licenziati, facendo dunque accollare ai malcapitati operatori da buttare in mezzo ad una strada pure il rischio d’impresa, che in una Nazione civile è normalmente di pertinenza del datore di lavoro.

Una FOLLIA COLLETTIVA quindi, che parte dalle istituzioni, contagia i dirigenti delle aziende pubbliche e private, per ricadere tutta sui lavoratori da sacrificare e sulle loro famiglie.

Ovviamente il livello delle reazioni va crescendo esponenzialmente, dopo i presidi, i cortei, gli incontri con Zingaretti nel suo ruolo di Commissario ad Acta della Sanità del Lazio, ora anche gli scioperi della fame e una manifestazione di protesta fissata per il 26 aprile patrocinata da CGIL, CISL e UIL.

Oltre a manifestare il nostro profondo sdegno per questa infame guerra contro i lavoratori italiani, scatenata dalla costante mancanza di denaro nelle istituzioni pubbliche e da un governo che invece vanta continuamente “rilanci” dell’economia e ricrescite inesistenti, porgiamo a Dany la nostra piena solidarietà, augurandole di cuore di poter chiudere nel migliore dei modi questo angoscioso periodo della sua storia lavorativa.

Autore dell'articolo: Sergio Figuccia

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