I referendum dell’era renzi dovrebbero cambiare nome; più correttamente dovrebbero chiamarsi: “ricattandum”.
In realtà le campagne governative renziane per i vari referendum “in padella” non propongono mai argomentazioni valide a corredo delle posizioni istituzionali, ma solo minacce di fantomatici “cataclismi” economici nelle eventualità della vittoria del voto contrario a quanto “auspicato” dalle istituzioni.
D’altra parte è stato così fino dai tempi del signor napolitano, vero e proprio capostipite della inquietante famiglia “eurofila” (napolitano, monti, renzi, bersani, letta ….) che da oltre dieci anni raffigura “abissi, voragini e baratri” nei casi di fuoriuscita dell’Italia dalla zona euro.
Tutto è basato sulla “PAURA”, scaraventata a piene mani su un intero Popolo già esausto dopo quasi dieci anni di crisi economica, e contro i famosi “Populisti” che sono gli unici ad opporsi a questa vessazione governativa tanto simile a quella di stampo malavitoso, e quindi i veri “nemici” della casta dominante.
Il referendum sulle trivellazioni è stato dominato (e poi vinto per mancanza di “quorum” – meglio dire “cuore” – da parte dei votanti) dal celebre ricatto: se non ci fate trivellare liberamente licenziamo quelle poche migliaia di operai italiani che lavorano nel settore petrolifero interessato.
Ora andiamo incontro ad un altro “ricattandum”: se non ci fate massacrare liberamente la Costituzione Italiana renzi si dimetterà.
Il fronte del “sì” però, avendo considerato in seguito, che più che un “ricatto” quell’alternativa costituiva piuttosto una grande “aspirazione” per il Popolo, allora si è inventata un’altra minaccia di natura economica (come nel caso delle trivelle), sempre concordata con gli usa (che continuano a rompere le scatole in casa altrui senza soluzione di continuità – vedi anche “muos” in Sicilia).
Nasce così la nuova campagna referendaria del “sì”: se non ci fate “riformare”, allora gli usa non investiranno più in Italia e renzi resterà seduto sul trono.
Per coloro che accettano da sempre supinamente le vessazioni e le estorsioni di stato e dell’antistato, per la loro congenita paura del sistema di potere e per l’ignavia che li ha resi ormai schiavi senza alcuna possibilità di scelta, vorremmo solo ricordare che gli stati uniti d’america hanno comunque abbondantemente le spalle al coperto per la loro economia nel mercato europeo. Lo spauracchio del ritiro degli investimenti in Italia, nel caso di vittoria del “no”, è puramente fittizio; ci invaderanno in ogni caso delle loro merci di dubbia qualità una volta firmato il TTIP, per gli usa sarà questo il vero “investimento” e lo faranno COMUNQUE, sia in caso di vittoria del “no” che di vittoria del “sì” …….. ritenete ancora che questa stupidaggine possa essere “arma di ricatto”?