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Un articolo del 19 settembre 2018 della sezione palermitana del quotidiano on line “Repubblica.it” denuncia la quasi totale assenza di agenzie bancarie nel centro storico di Palermo, una carenza che sta esasperando sia i cittadini sia, cosa ancor più grave, i turisti. Ma dietro questo caso c’è un gravissimo fenomeno che si sta estendendo a macchia d’olio nel nostro Paese.
Questa “moda” di chiudere decine di agenzie nei centri cittadini è iniziata con l’alibi della crisi economica; le banche (forse uno specifico cartello di banche) stanno chiudendo moltissimi sportelli soprattutto nel Sud dell’Italia, facendo venire meno la vecchia “copertura” dei bancomat per i prelievi dei cittadini che in passato era appena sufficiente allo scopo.
Vi sono molti piccoli paesi che sono rimasti totalmente privi di agenzie bancarie sottoponendo i residenti a gravi disagi per l’approvvigionamento del necessario contante.
Peraltro questa scelta dei responsabili delle aziende di credito sta facendo perdere alle banche una gran fetta di clientela che, soprattutto per le difficoltà nel trovare riferimenti rappresentativi cui potersi rivolgere per le proprie esigenze (operazioni di sportello, investimenti, depositare e prelevare denaro, consigli amministrativi ecc. ecc.), preferisce dirottare il proprio denaro verso gli Uffici Postali, molto più presenti sul territorio.
Prima o poi potrebbe anche arrivare una tempesta di denunce per “appropriazione indebita di denaro” scatenata dai cittadini e dalle associazioni dei consumatori.
Le banche infatti hanno il dovere di rendere immediatamente disponibili i soldi ai clienti che li hanno depositati (sempre che non esistano specifici vincoli contrattuali), d’altra parte il rapporto di fiducia fra l’azienda di credito e i propri clienti consiste proprio in questo; dunque generare artificiosamente difficoltà per i prelievi equivale a sottrarre il denaro a chi ha concesso fiducia alla propria banca per gestire i propri risparmi.
E’ un reato, che peraltro rischia anche di distruggere l’immagine delle stesse banche che stanno portando avanti questa “furbata” da diversi mesi.
Ai manager e amministratori delegati (oggi si fanno chiamare “ceo“, perché il virus dell’acronimomania ha da tempo colpito le meningi degli addetti ai lavori del settore del credito) consigliamo di fare un passo indietro, non è un’idea “brillante” chiudere a ripetizione sportelli bancari abbandonando il territorio in questo modo, le associazioni dei consumatori e gli stessi clienti potrebbero a breve generare azioni collettive di rivalsa (class action) in sede legale, che alla fine potrebbero anche annullare i benefici economici ottenuti con questo genere di trovate, ricordate la faccenda dei 28 giorni per le bollette delle utenze telefoniche, e le conseguenti sanzioni per coloro che si sono inventati l’infame trucchetto?
Insomma la “bankamatta” non è la soluzione ideale per diminuire il “costo del lavoro” delle aziende di credito, il personale diminuisce, ma insieme ad esso anche i clienti, potrebbero invece aumentare le denunce e le sanzioni da parte delle Autorità competenti, una specie di vittoria di Pirro per i banchieri.